Con il termine delibera (o deliberazione) ci si riferisce ad un atto formale che identifica la decisione di un organo e gli effetti che dalla stessa scaturiscono.
Mentre fino a qualche tempo fa le delibere caratterizzavano in modo esclusivo l'ordinamento amministrativo, che esprimeva quasi sempre la propria volontà all'esterno tramite detti atti, adesso, invece, le delibere costituiscono lo strumento con cui la Pubblica Amministrazione esprime i suoi indirizzi politico-amministrativi e, attraverso esse, vengono approvati, ad esempio, i regolamenti o i bilanci dell'ente.
La delibera può avere una natura diversa a seconda dell'organo collegiale dal quale è emanata. Essa può essere un provvedimento, un atto normativo, endoprocedimentale o di diritto privato.
I soggetti possono essere sia pubblici che privati; ad esempio, vi è la delibera del consiglio comunale che ha carattere pubblico, mentre la delibera di un’assemblea condominiale o una delibera emanata dal consiglio di amministrazione di un’azienda hanno carattere privato.
La delibera esprime la volontà della pluralità di soggetti che l’ha emanata ed è proprio a questa pluralità che è imputata, piuttosto che alle singole persone che compongono l’organo. È proprio tale aspetto che la differenzia dalla convenzione, che è, invece, quell’atto imputato ai singoli individui che l’hanno conclusa.
Per poter deliberare occorre il consenso di solo una parte della pluralità dei soggetti del collegio; questa percentuale varia a seconda delle maggioranze previste dalla legge per ciascun caso (ad esempio, potrebbe trattarsi del 50%+1 dei soggetti, dei 2/3 dei millesimi di un condominio, e via dicendo). Contrariamente, per la conclusione di una convenzione è, invece, necessario il consenso di tutte le parti che la sottoscrivono.
La determina, detta anche determinazione dirigenziale, è un provvedimento di un dirigente o funzionario preposto a specifiche funzioni.
Con essa i responsabili dei servizi manifestano e dichiarano la propria volontà nell’esercizio della potestà di gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa.
Attraverso la determina, la quale può avere o meno rilevanza contabile, i dirigenti impegnano l’amministrazione verso l’esterno.
In virtù di quanto esposto, dunque, si deduce che le deliberazioni sono atti normativi che indicano un indirizzo, una programmazione, mentre le determinazioni sono atti amministrativi mediante i quali si esplica la volontà del dirigente/responsabile del servizio dell’ente.
Sostanzialmente, mentre con la deliberazione vengono fornite delle disposizioni, la determinazione ha una valenza esecutiva.
AVV. GIUSEPPINA MARIA ROSARIA SGRO'
Si fa strada la tesi di invalidità della clausola relativa all'applicazione del regime di capitalizzazione composta
In una controversia relativa ad un contratto di mutuo dove veniva eccepita la indeterminatezza dell'oggetto del contratto, ai sensi dell'art. 1346 cc, il Tribunale di Pisa ha disposto una CTU formulando un quesito finalizzato alla verifica della eventuale indeterminatezza del contratto ma anche della validità dell'applicazione, non specificata in contratto, del regime di capitalizzazione applicato dalla banca per la determinazione dell'importo della rata.
Il quesito dispone: "Verifichi la presenza dei contratti, la data di sottoscrizione, la firma dei contraenti, le clausole contrattuali, l'indicazione esatta delle condizioni economiche applicate e sottoscritte ivi comprese, in particolare, quelle di determinazione della rata, specificando altresì il tipo di regime pattuito".
Con detto quesito il Giudice intende verificare se le condizioni contenute nel contratto sono sufficienti a determinare univocamente il costo dello stesso, quale sia il regime di capitalizzazione applicato dalla banca e la legittimità dell'applicazione di tale regime di capitalizzazione.
Il quesito continua:
- In ipotesi di mancata pattuizione o di indeterminatezza e/o indeterminabilità delle suddette pattuizioni proceda ricalcolo del rapporto ai sensi dell'art 117 tub eventualmente in regime di capitalizzazione semplice;
- verifichi il CTU se i contratti contengono l'indicazione del tasso annuo effettivo c.d. TAE e se, quindi, i contratti siano rispondenti a quanto prescritto anche dall'art. 6 della Delibera CICR 9.02.2000; in caso di riscontro negativo proceda alla ricostruzione del rapporto ex art. 117, comma settimo TUB, in regime di capitalizzazione semplice e con equilibrio finanziario più favorevole alla parte finanziata.
Dopo l'ordinanza della Cassazione n. 15130 del 29/5/2024, che si è espressa esclusivamente sulla indeterminatezza dei muti a tasso fisso, restano però aperti diversi problemi legati non solo alla possibile i determinatezza dei mutui a tasso variabile, ma anche alla validità delle condizioni pattuite con riferimento al rispetto della circolare CICR del 9/2/2000.
In particolare il Tribunale di Pisa chiede al CTU di verificare se nel contratto vi sia l'indicazione e la pattuizione del TAE. Infatti nel caso di utilizzo del regime di capitalizzazione composta per la determinazione dell'importo della rata, il tasso di interesse effettivamente applicato (indicato come TAE - Tasso Annuo Effettivo) differisce dal tasso indicato in contratto (sempre indicato come TAN - Tasso Annuo Nominale) e risulta sempre superiore.
La mancata indicazione del TAE viene infatti espressamente prevista nell'art. 6 della delibera CICR del 9/2/2000: "I contratti relativi alle operazioni di raccolta del risparmio e di esercizio del credito stipulati dopo l'entrata in vigore della presente delibera indicano la periodicità di capitalizzazione degli interessi e il tasso di interesse applicato. Nei casi in cui è prevista una capitalizzazione infrannuale viene inoltre indicato il valore del tasso, rapportato su base annua, tenendo conto degli effetti della capitalizzazione. Le clausole relative alla capitalizzazione degli interessi non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto".
Nei mutui sviluppati con metodologia "alla Francese" e regime di ammortamento
composto, praticamente tutti in Italia, il tasso nominale viene applicato al montante e non
al capitale e si ottiene così una capitalizzazione infrannuale che produce un maggiore
interesse effettivo che deve essere dichiarato in contratto in ottemperanza alla citata
circolare.
Armando Miele
Link alla ordinanza
I vantaggi di avere un sito internet per il tuo business
Nell'era digitale, possedere un sito internet è diventato una necessità per qualsiasi azienda o professionista. Con sempre più persone che si connettono online per cercare informazioni, prodotti e servizi, un sito web rappresenta una porta d’accesso essenziale per far crescere il proprio business. Ecco i principali vantaggi di avere un sito internet:
- Visibilità continua e accessibilità globale
Un sito web è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ciò significa che i potenziali clienti possono trovarti e ottenere informazioni sulla tua attività in qualsiasi momento, indipendentemente dal fuso orario. Questo ti permette di raggiungere un pubblico globale, ampliando le possibilità di crescita del tuo business oltre i confini locali.
- Aumento della credibilità
Avere un sito ben progettato e professionale trasmette un’immagine di affidabilità e serietà. Molti consumatori si aspettano che le aziende abbiano una presenza online, e un sito web ben strutturato conferisce maggiore fiducia nei confronti del marchio. Senza un sito, potresti perdere clienti che preferiscono fare affari con aziende percepite come più
moderne e accessibili.
- Canale di marketing efficace
Il sito internet è uno strumento potente per promuovere il tuo business. Attraverso tecniche di SEO (Search Engine Optimization), puoi migliorare la visibilità del tuo sito nei motori di ricerca come Google. Questo porta traffico organico verso il sito, il che significa maggiori opportunità di attrarre nuovi clienti senza dover investire in pubblicità a
pagamento.
- Interazione diretta con i clienti
Attraverso il tuo sito web, puoi comunicare direttamente con i clienti, rispondendo alle loro domande e fornendo informazioni aggiornate. Se aggiungi un blog o una sezione di notizie, puoi anche pubblicare articoli utili e aggiornamenti riguardanti la tua attività, aumentando l'interesse e la fidelizzazione dei clienti. Inoltre, moduli di contatto e chatbot consentono di ricevere feedback e richieste in modo rapido.
- Riduzione dei costi operativi
Gestire molte operazioni aziendali attraverso il sito può aiutarti a ridurre i costi. Ad esempio, puoi vendere prodotti direttamente online tramite un e-commerce, riducendo la necessità di uno spazio fisico. Puoi anche fornire assistenza ai clienti tramite sezioni FAQ o tutorial, risparmiando risorse umane nel servizio clienti.
- Espansione delle opportunità di vendita
Un sito web ti consente di vendere prodotti o servizi a un pubblico più ampio rispetto a un negozio fisico. Puoi creare un negozio online, gestire pagamenti e spedizioni, e raggiungere clienti in tutto il mondo. Anche se non vendi prodotti direttamente, il sito funge da vetrina per i tuoi servizi, facilitando la conversione dei visitatori in clienti.
- Analisi e monitoraggio delle performance
Con strumenti come Google Analytics, puoi monitorare in tempo reale il comportamento dei visitatori del tuo sito. Puoi sapere da dove proviene il traffico, quali pagine sono più visitate e quanto tempo i visitatori trascorrono sul sito. Questi dati sono essenziali per ottimizzare la tua strategia di marketing e migliorare le prestazioni del sito.
- Maggiore controllo sul brand
Attraverso il tuo sito web, hai il controllo completo sull’immagine e il messaggio del tuo brand. Puoi personalizzare
l’aspetto e i contenuti del sito in base alla tua identità aziendale, differenziandoti dalla concorrenza. Questo è particolarmente importante in un mondo in cui la prima impressione può fare la differenza tra una vendita e
un’opportunità persa.
Conclusioni
Avere un sito internet è molto più di una semplice vetrina online: è un investimento strategico per la crescita e il successo del tuo business. Con una presenza online solida, puoi raggiungere nuovi clienti, migliorare la tua reputazione e ampliare le opportunità di guadagno, tutto mentre mantieni costi operativi contenuti.
Bisogna considerare un costo una tantum per la realizzazione del sito, un costo per lo spazio occupato sui server internet ed un costo per la gestione e manutenzione del sito
La creazione di un sito internet può variare notevolmente nel costo a seconda delle esigenze e delle funzionalità richieste.
In generale, i costi per realizzare un sito internet possono includere i seguenti elementi:
- Registrazione del dominio: il costo di registrazione di un dominio web può variare da pochi euro all'anno a cifre più elevate a seconda dell'estensione del dominio scelto.
- Hosting del sito: il costo per l'hosting del sito dipende dalla dimensione del sito, dal traffico previsto e dalle risorse richieste. I servizi di hosting possono variare da poche decine di euro all'anno per una soluzione di base a cifre più elevate per piani di hosting più avanzati.
- Web design e sviluppo: i costi per la progettazione e lo sviluppo del sito dipendono dalla complessità del progetto e dalle funzionalità richieste. Un sito internet di base potrebbe costare qualche centinaia di euro, mentre un sito web più complesso e con funzionalità avanzate potrebbe richiedere un investimento di diverse migliaia di euro. Far realizzare un sito vetrina con 4 -5 pagine può costare sui 1.000 €, il costo può arrivare anche a 5.000 €, per siti con 30-35 pagine; un sito che prevede interazioni con il visitatore e un blog con articoli costa a partire dai 2.500 € e fino ad arrivare a 5.000-10.000 €.
- Ottimizzazione SEO e marketing online: per garantire una buona visibilità del sito sui motori di ricerca e attrarre traffico, potrebbe essere necessario investire in servizi di ottimizzazione SEO e di marketing online, che possono avere costi variabili a seconda delle strategie adottate.
Dall'indagine che abbiamo eseguito abbiamo rilevato i seguenti costi medi per la sola realizzazione delle pagine:
• Sito con unica pagina: da 600€ a 800€;
• Sito Vetrina (5-7 pagine): da 700€ a 2.000€;
• Sito Vetrina (5-7 pagine) completo di Blog: da 1.300€ a 2.500€;
• Sito Vetrina (con più di 7/10 pagine) completo di Blog: da 3.500€ a 7.000€;
• Sito interattivo completo di Blog: da 5.000€ a 10.000€;
Ma il costo per realizzare il sito non è l'unico costo da sostenere. Vi è un costo di manutenzione di un sito web che dipende da vari fattori, come ad esempio le dimensioni del sito, le sue funzionalità, la frequenza con cui viene aggiornato e la complessità delle attività necessarie. In generale, i costi possono variare da alcune centinaia di euro al mese per aggiornamenti e piccole modifiche, fino a migliaia di euro all'anno per siti più complessi che richiedono un supporto continuo da parte di professionisti del settore.
C'è poi da valutare un elemento estremamente importante: un sito per quanto ben fatto e preformante, per poter attrarre visitatori, deve essere conosciuto e per far conoscere un sito occorre certamente l'apporto di professionisti esperti che, dopo avere definito correttamente il target di "visitatori" che il professionista desidera ricevere, definirà e attuerà un serie di attività finalizzate a convogliare sul sito tutti e soli i "visitatori" in target.
Questa attività di consulenza ha evidentemente costi molto variabili in funzione degli obiettivi che si vogliono raggiungere e diventa molto difficile determinare prezzi medi.
La valutazione, in questo caso, non si può fare in funzione del volume di lavoro ma va fatta, a nostro avviso, sulla base del numero di clienti che si riesce ad ottenere e sul conseguente maggior fatturato del professionista o dello studio.
Ad esempio se il valore medio di un cliente, in termini di fatturato prodotto è di 5.000 euro e grazie alla consulenza di marketing si ottengono solo due nuovi clienti al mese, quindi circa 10.000 euro di fatturato futuro, allora si giustifica anche un investimento di 2.000-3.000 euro mensili.
Con il proprio sito internet è possibile acquisire nuova clientela
Ecco alcuni suggerimenti su come trovare clienti in target utilizzando il proprio sito internet:
- Individuare e identificare esattamente il pubblico di riferimento: prima di tutto, è importante identificare chi sono i potenziali clienti e quali sono i loro interessi e bisogni. Questo permetterà di creare contenuti mirati che interessano esattamente il target di riferimento.
- Ottimizzare il sito per i motori di ricerca: Assicurarsi che il sito sia ottimizzato per i motori di ricerca in modo che i potenziali clienti possano facilmente trovarlo online. Utilizzare sempre parole chiave pertinenti nel contenuto del sito e assicurarsi che sia ben strutturato e facile da navigare.
- Utilizzare un blog: un blog dove poter inserire articoli, riferiti alle proprie specializzazioni, in grado di stimolare l'interesse del potenziale cliente, coinvolgerlo anche emotivamente e fidelizzarlo .
- Pubblicare contenuti interessanti e condivisibili che coinvolgano il pubblico di riferimento
- utilizzare gli hashtag (etichette per identificare i contenuti) pertinenti per aumentare la visibilità dei contenuti del sito.
- Utilizzare il blog ed altre strategie per accrescere l'autorevolezza dello studio
professionale e dei professionisti che operano all'interno.
Seguendo questi consigli e adottando una strategia mirata, si riesce a trovare nuovi clienti che
hanno necessità di fruire esattamente dei servizi e delle attività dello studio professionale e
che sono già motivati e pronti a pagare per tali prestazioni professionali.
Naturalmente il professionista difficilmente ha il tempo per seguire direttamente tutte queste
attività che, tra l'altro non fanno parte delle sue attività tipiche. In questo caso è utile
appoggiarsi a strutture che abbiano le competenze necessarie e che possano eseguire tutte le
attività sopra elencate in modo da ottenere i risultati previsti.
Certamente utilizzare una società esterna per organizzare e gestire il sito, comporta sostenere
dei costi ma più che costi si deve parlare di investimenti che avranno un ritorno in tempi
brevissimi.
Occorre infatti valutare preliminarmente quanto produce mediamente un cliente in termini di
fatturato prodotto per lo studio. Valutare quanti nuovi clienti si possono ottenere e quanto
costa ottenerli. La differenza costituisce il beneficio ottenuto dal sito.
Un esempio potrà essere utile a comprendere meglio: ipotizziamo che lo studio professionale
ottiene un
fatturato medio per cliente pari a 3.500 euro
e grazie al sito ed all0attività di marketing ottiene un minimo di 2 nuovi clienti al mese, per un totale di 24 nuovi clienti all'anno,
incrementerà il fatturato di 84.000 euro (2 clienti per 12 mesi uguale a 24 clienti per 3.500 euro ognuno).
Se il costo di realizzazione e gestione e del marketing è pari a 2.500 euro la mese, il costo
annuo sarà pari a 30.000 euro (2.500 per 12 mesi) con un margine annuo di 54.000 euro.
Ma oltre a questo beneficio quantificabile numericamente in maniera esatta, esiste un
ulteriore beneficio, certamente più difficilmente quantificabile ma di un valore molto più
elevato: l'autorevolezza che riesce ad acquisire lo studio ed i professionisti che operano nello
studio. Infatti oggi, con internet sono cambiati anche i criteri di valutazione dei clienti che si
affidano più spesso e più volentieri a professionisti che sono presenti ed hanno visibilità su
internet invece che a professionisti conosciuti diversamente.